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arianna, Filosofia e poesia

L’intima essenza del bruco

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L’intima essenza del bruco

Poesia di Arianna Desideri

Sfiorando la terra umida,
un bruco si confonde con la verde natura.
Osserva in silenzio
complice del vuoto del suo vivere,
con occhi appannati
intravede una luce lontana
così fioca per la sua infermità.
Si mescola all’erba selvaggia,
non alza mai lo sguardo,
supplice del suolo che lo tiene prigioniero
nel suo antro oscuro.

Spera, il bruco,
un giorno lontano,
di scorgere le stelle,
di assaporare vittorie
dal basso della sua piccola consapevolezza
di essere in debito con Armonia.
Non paga il riscatto,
malinconico, passo dopo passo,
cede al muto ermetismo,
schiavo di frustrazioni irreparabili
che lo incollano al terreno
come un cappio di non ritorno.

L’inverno arriva
e il bruco trema.
Il singhiozzo emotivo
straripa nel suo essere in concreto.
Tesse il suo scrigno
per salvare la pelle morbida,
tenera al freddo,
indifesa per un mondo sbiadito.
Intreccia la sua corazza,
filo dopo filo,
rinchiude il suo estro
in una scatola dove resistere all’urto.

Ricerca se stesso,
minaccia la sua indole,
maledice un passato sterile.
Rinasce, il bruco
ma ancora non lo sa.

È giunta la primavera,
colma di sfumature del suo nuovo ego,
soave la brezza
lo dondola sul ramo.

Libero, ora!
Frenetico scarta lo scudo
Della sua cella di vetro
Vive, ora!

Così noi,
stirpe di uomini mortali,
ci macchiamo d’accidia,
frustrati per la nostra falsa apparenza.

Ma le Parche non odono suppliche,
ci trasformeranno in dolci farfalle
per il potenziale inciso nella nostra intima essenza.

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